2008-09-26

Inciviltà e organizzazione

Il fatto è che siamo incapaci di organizzarci e di organizzare. Organizzare significa creare sistemi che possano funzionare su larga scala.

In un qualsiasi ufficio pubblico italiano ci sono decine di fogli A4 contenenti integrazioni e modifiche. Non si è stati capaci di pre-venire tutte le problematiche, e di creare una volta per tutte il pannello in plastica con le varie informazioni.

La creatività e il guizzo artistico sono una buona cosa, ma per organizzare una città serve ben altro, oltre ad un quid in più di civiltà da parte dei cittadini, nelle regole di convivenza. Qundi si mette bene per noi.

Le piccole città ce la fanno, perché sono piccole e hai tutte le problematiche lì sul tavolo, anzi te le ricordi a memoria. Le grandi città, non solo in Italia, avranno comunque sempre qualche problema in più, e non potranno mai essere perfette come un paesino, è impossibile, ci sarà sempre qualche matto che gira, o qualcuno che sporca, perché la densità supera la soglia critica.

Succede poi che abbiamo bisogno di pensare ad una cosa per volta. E per prime le cose che ci appaiono come direttamente connesse alla morte. In generale, c'è una buon sistema sanzionatorio per quanto riguarda gli omicidi, ad esempio.

Sulla strada si è partiti dalla velocità, dalla guida in stato di ebbrezza e dalle auto truccate, tutte cose direttamente o semi-direttamente connesse con l'incidentalità. E per carità, va bene. Però per il divieto di sosta, per la seconda fila, per i motorini sui marciapiedi, per gli arredi urbani a prova di inciviltà, c'è da aspettare, non sono viste come cause dirette.

E' d'altronde un atteggiamente naturale. Si considera prima la morte violenta come causa più probabile, e non quella lontana, futura, eventuale, ad esempio per tumore ai polmoni, quindi se in un quartiere c'è il 33% di auto in più non importa.

Roma non sarà mai una grande città, almeno per i prossimi 25 anni. Il mondo va tutto da un'altra parte e noi stiamo alle chiacchiere da bar, incapaci anche di leggerlo, il degrado.

Foto: Flickr

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