2009-07-30

Lo stato attuale

E' arrivata l'estate, sul serio, e un'altra stagione "automobilistica" è passata. Già adesso la situazione sembra vagamente più umana (nel senso che è passata da "emergenza" a "molto grave"), salvo ovviamente alcune sacche di concentrazione serale inquietanti.


Siamo stati, anche quest'anno, prigionieri nella nostra città, impossibilitati ad uscire, alieni in un posto abitato da mostri.

Tutto questo per il solito lassismo, culturale, di tutti.

A livello comunale la situazione è quella che è. Non sembra ci sia stata nessuna mossa per contrastare l'abusivismo della sosta, le doppie file e via dicendo. E neanche segnali che facciano pensare che, in futuro, se ne prenderanno.

A livello di Municipio, unità amministrativa che avrebbe tutta la forza di avviare progetti propri, in quest'ambito (non bisogna chiedere un permesso per fare le multe), neanche. Anche qui sembra si parta dal presupposto che quelli con la macchina abbiano ragione, e che poverini dovranno pur parcheggiare.

Non abbiamo praticamente mai ricevuto risposta, da questi amministratori, ma in compenso siamo stati inseriti abusivamente nelle loro mailing list per promuovere la giornata dei nonni, o l'inaugurazione di un giardinetto di un metro quadrato.

La polizia municipale ripete di continuo "siamo pochi", e forse hanno iniziato a crederci anche. Saranno anche pochi, ma di certo non fanno niente per sembrare di essere di più, e non sono, per questo motivo, più combattivi, anzi. E comunque nulla li giustifica, insieme alle altre forze dell'ordine, a parcheggiare male.

Le persone, nel frattempo, che fanno? Al momento, hanno votato alle ultime elezioni in maniera quasi esattamente proporzionale alla quantità di manifesti abusivi attaccati dai diversi partiti. E' un indice, come tanti, dello scollamento (letteralmente) che hanno verso "noi", e anche su questo ci sarà da riflettere.

Come detto, però, da queste parti c'è ottimismo.

Sembra muoversi qualcosa di sotterraneo, una piccola onda che lentamente, molto lentamente, nel giro di anni invertirà l'andazzo. E' un'onda che va avanti per generazioni, non propriamente gradualmente, quindi per piccoli salti ed episodi.

E' un discorso di standard minimi di riferimento. Nel Medioevo era accettabile ammalarsi per qualsiasi cosa, progressivamente non lo diventa più, quando hai a portata di mano le cure.

La tecnologia diventa la spinta per il progresso. Il tutor in autostrada, ad esempio, è un fatto acquisito, ad esempio, nessuno può permettersi di toglierlo. E anche se un "singolo" lo togliesse, la possibilità che qualcuno delle generazioni future lo possa rimettere è altissima.

C'è, ora, la possibilità di eliminare il morto al giorno nelle strade di Roma, l'inquinamento, le conseguenti malattie, permettere ai disabili di uscire di casa eccetera e avere panorami visivamente decenti, cosa peraltro facile a Roma: non bisogna aggiungere molto alle bellezze che già ci sono, basta solo eliminare ciò che, attualmente, le nasconde.

Serve, è chiaro, un piano, forse decennale, che basta solo avviare. Servono almeno 5 anni di rigore da parte dei vigili, senza sconti, per partire. Ma attualmente questa voglia non c'è.

C'è qualcosa in Italia che va al di là della legalità, ed è la percezione della legalità. E' un problema culturale, dato da qualche motivo sociologico e storico, gli stessi che ci portiamo dietro come percezione generale. E la cultura attuale attualmente permette le auto archeggiate sugli scivoli dei disabili, in doppia fila, i motorini sui marciapiedi o davanti alle uscite della metropolitana, il mettersi la cintura solo perché mi possono fare la multa eccetera.

Il numero di quelli che considerano insopportabile non avviare questo programma però cresce sempre di più, sempre di più, fino a raggiungere, e già lo fa, aggregazioni di gente che si riconosce. Nascono associazioni, comitati, siti, proteste.

Noi dobbiamo solo dire che ci siamo, poi la politica (o un privato) sposerà le nostre battaglie, magari solo per un mero calcolo elettorale (conscio o inconscio, s'intende), o saremo fortunati e qualcuno le sposerà lo stesso, per amore del benessere.

Anche se ultimamente si è scritto poco, e ci sono stati diversi problemi tecnici, la voglia non è passata, perché questa battaglia investe il quotidiano come non mai.

Circoli viziosi, o circoli virtuosi, i meccanismi sono solo due. E' facile fare il tifo per il virtuoso, perché è bene o male quello che accadrà comunque.

Ci prendiamo ora una piccola pausa estiva, ma l'anno prossimo si tornerà più attivi che mai e con un sito finalmente rinnovato.

Foto: cuellar

2 comments:

Massimiliano Tonelli said...

Sito rinnovato e aggiornamenti pie' frequenti, spero!!!
Riguardo all'ottimismo e alle onde (che purtroppo hanno riflussi) sai quanto io sia in disaccordo con te. "Noi", caro amico, possiamo diventare ancora meno di quanti siamo. Mia mamma quando hanno eliminato le strisce blu ha ripreso dopo anni ad andare a lavoro in auto. Poi ha smesso, ma insomma e' un segnale che ti dice chiaro chiaro come conti poco, pochissimo la cultura quando tra lei e il mondo si frappone una scatoletta di lamiera con dentro un motore a scoppio.
A Parigi, dopo anni di ordine, se domani togli paletti e orecchie agli angoli hai in una settimana una situazione peggio che romana. Con le bestie feroci (tali sono gli uomi alla guida di una auto in una grande caotica citta'), caro Tolleranza, non ha senso -e anzi puo' essere deleterio- parlare di cultura. Con le bestie feroci hanno senso se non il Safari solo e soltanto le gabbie. Qui da noi le gabbie vengono lasciate quotidianamente aperte e poi ci si lamenta che le belve sbranino qualche innocente (leggi il famoso morto e settanta feriti al di, statistica che in questo volgarissimo 2009 temo dovremmo aggiornare al rialzo).

Continuiamo nel 2009/2010 a lottare insieme, ma la cultura, quella lasciamola da parte

redazione said...

D'accordo con te. Figurati se da queste parti si vuole fare affidamento sulla sensibilizzazione per cambiare le cose, guarda il titolo del blog...

E' un problema di cultura nel senso che la cultura (della strada) manca, ma manca anche da parte di chi dovrebbe mettere i famosi paletti (in tutti i sensi), e siamo anche d'accordo sul fatto che non spero certo si avvii spontaneamente da parte dei cittadini. Nel caso di Parigi, comunque, penso che anche senza paletti la situazione non arriverebbe ai livelli di qui.

Poi, sull'ottimismo, che dire: sì, in effetti tutto può succedere, però a mio parere, sembra paradossale, ma ci sono dei vaghi segnali che potrebbero, ma stiamo sempre parlando in 15 anni, far ben sperare.

Archivio