2008-03-20

Tra un po' ci aprirà un bed & breakfast

Undici (11) file di auto in divieto di sosta, su due colonne, sono un primato difficilmente battibile in altre zone della città.

Ad onor del vero nel quadrante opposto le file erano tredici (13), con anche un fiorario mobile intorno alla sesta-settima.

4 comments:

Massimiliano Tonelli said...

E' molto molto molto semplice risolvere queste cose: le isole spartitraffico non vanno DISEGNATE, vanno realizzate. E palettate di tutto punto.
Anche qui non ritengo che sia colpa dei vigili, ma dell'urbanistica completamente folle e concepita in tutto e per tutto per alimentare, favorire e accogliere il degrado e la violazione delle regole.

Nóónno said...

Condivido il commento di sessorium, sono da sempre convinto che (in Italia) non serve "vietare" ma è necessario "rendere fisicamente impossibile".

redazione said...

Ci sarebbe da chiedersi se esistano delle appendici ai libri di architettura, con soluzioni ad hoc per casi come questo.

Più che altro, se esista un ramo di "sociologia dell'architettura", che studi l'applicabilità concreta di una soluzione in relazione alla popolazione.

Poi, qui si riesce anche ad aggirare la soluzione fisica (v. auto comunque parcheggiate negli "angoloni" di prati, o il recente video all'auditorium).

C'è da dire che in molte città, all'estero, dissuasori vari sono molto più utilizzati (dove paradossalmente servirebbero di meno).

Probabilmente furono, in un ipotetico momento iniziale, il punto di partenza per la famosa "sensibilizzazione"

Massimiliano Tonelli said...

Esatto, è proprio così. Insomma parliamoci chiaro, non è che all'estero sono più civili così per miracolo. Semplicemente hanno le città costruite in maniera tale da impedirgli di trasgredire. Qui da noi l'esatto contrario. A Roma 70 auto ogni 100 abitanti, tanto la puoi mettere dove te pare. A Parigi ne hanno 22 per 100 abitanti non perché sono più pezzenti che non se la possono permettere o perché hanno tante metrò, ma perché non saprebbero dove minchia mettersela.

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