2008-05-17

Zero

Scusate l'assenza, ma ero impegnato a leggere un fantastico rapporto svedese sulla Visione zero.

Che cos'è? E' una politica legislativa e sociale che parte da un assunto morale di base: così come nel lavoro, o nei trasporti, non esistono morti inevitabili, così anche nella circolazione stradale «l'unico valore accettabile per il numero di morti e feriti gravi è zero».

E da qui una serie di provvedimenti a 360° volti a questo scopo: rotonde, zone con limite a 30 km/h, telecamere, spartitraffico, obbligo di indossare il casco in bici per i minori di 15 anni eccetera.

Ma, a parte le singole misure, ciò che conta è il loro inserimento in una visione ed in una volontà più generali.

Di cosa stiamo parlando esattamente? Stiamo parlando di un qualcosa che è avanti di 30 anni rispetto a noi, o quantomeno 3-4 generazioni di pensiero: noi stiamo ancora alle prese con i finti permessi per disabili, con le cinture di sicurezza dietro che non vengono messe pensando che non siano obbligatorie, o con le infrazioni che non vengono sanzionate perché le macchine sono troppe. Noi la possiamo anche mettere una "zona-30", ma il cartello sarebbe buono solo per fare ombra.

Più in generale, siamo alle prese con un senso di spossatezza tipico di quando si deve avere a che fare con una pubblica amministrazione (intesa come amministrazione pubblica, non nei confronti di questo o quello) che dimostra, a cominciare da un comportamento non propriamente irreprensibile, di non avere una generale volontà di risolvere determinate problematiche.

Il punto di non ritorno su queste materie probabilmente non esiste mai, perché ci saranno sempre nuove generazioni di neo-patentati, anche se a volte mi sembra che la linea stia lì lì per essere varcata.

Foto: Flickr

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