2008-06-10

Che fare (mezzi pubblici e sensibilizzazione)

continua dal post Che fare (amministrazione)

Per i mezzi pubblici, la soluzione scontata è quella di aumentarli, o razionalizzarne maggiormente i percorsi. E questo ovviamente ben venga, nei limiti delle disponibilità economiche. Ma migliorare - se non dimezzare - i tempi di percorrenza è anche una conseguenza dell'applicazione dei princìpi di cui sopra. Gli autobus sono già veloci, bisogna solo liberargli la strada da rallentamenti e blocchi, che non di rado li fermano per secondi o minuti.

Ciò che invece può richiedere un programma speciale sono le fermate, inseribili come obiettivo trasversale del giro programmato da compiere. Attualmente, nell'80% delle fermate l'autobus non può accostarsi per far salire una sedia a rotelle. O perché non può accostarsi o perché il disabile non può scendere in strada, in effetti di sedie a rotelle su un autobus ne avrò viste due in vent'anni. Questo è incredibile.

Ancora, bisognerebbe associare ulteriori servizi premium legati all'utilizzo degli autobus, in particolare sugli abbonamenti. Se uno spende 200 euro per l'abbonamento, poi magari li prende. I vantaggi per gli abbonati sono comunque già notevolissimi, però mi sembra che questi vantaggi vengano scoperti solo da chi ha già un abbonamento (ti mandano il libricino a casa) o al limite frequenta le metropolitane e i mezzi di superficie. In effetti, la grande discriminante è tra chi i mezzi li usa e chi non li usa del tutto, sono pochi quelli che li usano poco, e nessuno, tra i non utilizzatori, va sul sito dell'ATAC. Ma forse neanche sa che esiste.

Punterei quindi più su pubblicità esterne, non tanto all'interno delle stazioni della metropolitana. Ben vengano invece quelle sugli autobus, ma anche in questo caso esterne, non dentro l'autobus. Le pubblicità, inoltre, dovrebbero focalizzarsi maggiormente sull'elencazione di questi vantaggi. Non "scopri i vantaggi", ma "i vantaggi sono questo, questo e questo", senza aver paura di scrivere troppo.

Sarebbe poi buono concentrarsi su un super-vantaggio che funga un po' da specchietto per le allodole, e altri minori. Bene o male io so che c'è qualche sconticino qua e là, ma non è la cosa che mi fa fare il grande passo. Esagero: con l'abbonamento metrebus annuale puoi anche andare a vedere 5 partite di calcio, o 5 concerti all'Auditorium, o qualcosa del genere. Non è probabilmente fattibile a costo zero, ma se le volontà fossero coincidenti ci si potrebbe venire un po' incontro.

Si potrebbe poi sfruttare la rete MobyTV all'interno dei mezzi, per creare comunicazioni esclusive, magari legate alla vita notturna. Non so bene se sia fattibile tecnologicamente, e come possa essere modificata la variabilità dei messaggi, ma se, per esempio, in un pub o in un ristorante di Trastevere si avesse il 50% di sconto per chi si presenti con un biglietto e la parola segreta da leggere nell'annuncio che passava sulle linee che vanno a Trastevere, forse qualcuno lo prenderebbe anche.

Non escluderei inoltre la possibilità di legare alcune promozioni a determinate categorie, in relazione alle problematiche più sentite zona per zona. Per esempio, non sarebbe da escludere l'esenzione da alcuni bolli per gli avvocati che si presentano in cancelleria con il biglietto timbrato, o con l'abbonamento. Ok, difficile da realizzare, ma nell'emergenza bisogna ragionare a 360°.

Sulla sensibilizzazione, qualcosa si può già fare. In particolare, ripetere la storia dei palloncini il più possibile, e in varie scuole. I bambini non sono (ancora) cattivi, si divertono e fanno una grande esperienza. L'unico inconveniente è l'esposizione all'inquinamento per l'attaccamento del palloncino, ma per il principio di rotazione ogni classe andrebbe in strada una volta ogni 2-3 mesi circa, e questo è abbastanza ragionevole.

Sapere che a Roma i bambini, tutti i bambini, attaccano palloncini e volantini sulle macchine, quasi ogni giorno, è un fatto proporzionalmente molto maggiore rispetto al farlo una volta sola. Si crea il caso, un vero e proprio movimento, e un messaggio di presa di distanza da parte dell'amministrazione verso i propri cittadini più incivili, a livello nazionale e mondiale. Per non parlare del fatto che i bambini non vedranno l'ora che arrivi il giorno dei palloncini, e la loro sensibilizzazione sarà inoltre assicurata nei secula seculorum.

Bisognerà però stare attenti e puntare, nell'educazione, sulla civiltà. A 13 anni da un palloncino a uno specchietto rotto il passo è breve, ma standoci attenti il rischio mi sembra controllabile.

Vedi anche: Che fare (amministrazione) e Che fare (persone)

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